giovedì 22 settembre 2011

REM: finisce il sogno?


In Italia abbiamo artisti solisti che sono Band, Ligabue, Zucchero, Vasco Rossi.
Luca Carboni ha intitolato un disco Le band si sciolgono
Le sole vere band sono quelle beat anni sessanta, gli Stadio, gli inossidabili Pooh
Il progetto di Elio e le storie tese è l’unica vera band nazionale di livello che merita di essere nominata.

In Inghilterra e Stati Uniti è diverso. Lì hanno inventato il pop rock. Bono Vox, di recente ha dichiarato che tutti i lavori realizzati dagli U2 sono irrilevanti rispetto alla produzione precedente.
I Rem capitanati dal front man Micheal Stipe e al chitarrista Peter Buck hanno dichiarato proprio oggi il loro scioglimento. Dopo 31 anni di carriera. In realtà la band dopo la defezione del batterista storico Bill Berry, nel ’98 aveva virato un po’ sai sul suono che sull’immagine.

Si sono sciolti e lo hanno comunicato attraverso la loro pagina web. Segno dei tempi, anche questo. Siamo e rimarremo amici per tutta la nostra esistenza, ma abbiamo scelto di cessare di esistere come band". Molliamo con un grande senso di gratitudine e di incredulità per tutta la strada che abbiamo affrontato insieme. E’ stata una magica magica avventura onirica. Grazie per averci ascoltato.

Avevano caratterizzato con i loro sound gli anni ottanta e novanta. Scritto canzoni cult come Losing my religion, It's the End of the World as We Know It (And I Feel Fine), Everybody Hurts, Imitation of Life e Man on the moon. Miscelando elementi del country con la new wave . in più furono loro a definire il rock alternativo e il ritorno alle chitarre negli anni ottanta. Out of time e Automatic for the people i dischi più fortunati.
Ma del resto nel rock e nel pop, anche Beatles e Pink Floyd si sono sciolti. E i Rem hanno sempre puntato sulla qualità e sulla diversità. Adesso si sentirà la loro assenza, salvo poi un ritorno o un progetto solista dei membri della band. Perchè il talento non si annulla con una conferenza stampa. E questo Micheal Stipe lo sa.


mercoledì 21 settembre 2011

Anziani 2.0 ossia il prezzo che un 50enne deve pagare su Facebook


Oggi se non hai un profilo facebook non sei nessuno. Ma devi saper utilizzare anche Skype. Conoscere Twitter, trovare partner su Badoo e scrivere ciò che pensi su Blogger o Wordpress.

Persino Dio attraverso le parole dei suoi adepti sta utilizzando il web. È un nuovo dio 2.0
Versione aggiornata. Volendo si può crackare. Papa Ratzinger sta utilizzando facebook. O chi per lui. Mio padre è diventato un navigatore esperto della rete. Ho ritrovato su facebook la mia insegnante di educazione artistica delle scuole medie, per la quale ho sempre avuto una cotta. Bella donna.
Vasco Rossi ha lanciato la moda del clippino. A volte è buffo. Altre solo un patetico anziano che sta poco bene. Ma la frenesia con cui aggiorna la sua pagina facebook è da adolescente che vorrebbe aprirsi e che si mette in discussione col contemporaneo.
Chissà come utilizza il computer Silvio Berlusconi?!? Forse cerca le sue ragazze proprio sui siti specifici. Magari le fa contattare da Emilio Fede e dai suoi scagnozzi. A volte gli over 50 al computer sono goffi. Fanno ridere! Ma sono contemporanei. E oggi o sei aggiornato o ti ritrovi con un cartellino al mercato dell’usato. Peggio ancora messo in un deposito come un vecchio cappotto destinato ai bambini del terzo mondo.
La cosa che più diverte per noi, 30enni geek della androiod generation, sono le persone anziane e come il loro modo di essere “on web” sembra Monty Burns dei Simpsons che cercava di ambientarsi nella taverna di Boe.
Io su facebook ho contatti di gente over 50. Ho collaborato ad un sito gestito da un giovane sessantenne appassionato di musica rock e armato di Fender Stratocaster. I cinquantenni di oggi sono degli ex punk e hanno vissuto la new wave musicale e culturale. Sono tipi ambientalisti come Sting, artisti come David Byrne. Alcuni pare si tingano i capelli anche nell’utilizzo del web. Oppure si comprano davvero la moto e caricano le loro foto, creano un diario dei loro week end su blogger. C’è confusione nell’aria. Le cose stanno cambiando. Rapidamente. Tra un part-time e una fila in banca osserviamo questi anziani con lo smarthphone. È un segno dei tempi. Stiamo vivendo una rivoluzione. Proprio come un secolo fa. E ne siamo partecipi sul web. Scrivendo sul web.
Vasco Rossi ieri ha pubblicato un nuovo clippino. Non canta e non suona la chitarra. Semplicemente: sta invecchiando su un computer loggandosi su facebook.

martedì 20 settembre 2011

Super 8 recensione del fim

La fantascienza per ragazzi della premiata ditta Spielberg & Co.
Prendi cinque ragazzini appassionati di cinema che vogliono girare il film della loro vita in un paesino dell’ Ohio. Prendi un re Mida di Hollywood come Steven Spielberg. Affida un soggetto solido ad un moderno demiurgo come J.J. Abrams, e condisci il tutto con una macchina da presa solida e virtuosistica. Non servono grandi sceneggiature se alle spalle ci sono alcuni tra i più abili maestri del viral marketing, capace di costruire una campagna pubblicitaria degna di entrare nei corsi di laurea di economia. Come uscire dalla crisi con la creatività. Gli elementi classici dell’azione e dell’avventura ci sono tutti. L’azione si svolge in una cittadina dell’ Ohio, ultimo scorcio degli anni 70, un gruppetto di giovani cineasti alle prese con il loro film. Poi l’azione: un incidente ferroviario spaventoso, e il rapido e sospetto arrivo dei militari sul luogo del disastro.

Super 8 è un film che parte bene e mantiene le aspettative per una buona parte del film. La scena del film nel film con il disastro ferroviario è davvero ben studiata, scritta e realizzata. Perfettamente in linea con il pensiero dello Spielberg produttore. E in effetti ricorda molto alcune spettacolari e complesse soluzioni a la Transformers. I giovani film maker coinvolti in questa avventura si distinguono per coraggio grinta ed entusiasmo. La ricostruzione della cittadina tipica americana nella cornice fine anni settanta è curata con gusto del particolare ed è tra le cose più riuscite di questo film. Convincono anche tutti gli attori ed in particolare tutti i giovanissimi. Ricorda a tratti lo Stephen King fantascientifico e ovviamente anche molte opere di Spielberg.

Certo il film possiede quella capacità di raccontare una piccola storia che si inserisce in una più grande. Ma forse da un nuovo talento della New New Hollywood come J.J. Abrams (il produttore di Lost) ci si aspettava qualcosa di più. Mentre il finale lascia un po’ l’amaro in bocca e fa pensare che si potrebbe sprecare più tempo nella scrittura di una sceneggiatura intrigante che nelle strategie di marketing e di lancio commerciale. Godibile nella sua prevedibilità. Più District 9 e Monsters che Incontri ravvicinati di terzo tipo ed E.T.
P.S.
Non alzatevi durante i titoli di coda! Sarete ricompensati con "The Case" il filmino super otto realizzato dai ragazzi protagonisti della pellicola.

lunedì 19 settembre 2011

Scarlett Johannson nuda nella foto del cellulare



Chissà se sarebbe successo anche all’eterea Marylin ciò che è capitato nella scorso week end a Scarlett Johansson? L’attrice newyorkese ci aveva già abituato ad atteggiamenti insoliti, così come non ha mai nascosto di ispirarsi alla mitica Monroe. Qualcuno ricorderà le sua confessione su un intimo rapporto epistolare col Presidente Obama. Era apparso come un maldestro tentativo di replicare la “love story” tra Kennedy e Marylin. Il personaggio però c’è eccome.

Recita in un video di Bob Dylan nel 2006, When the Deal Goes Down, in stile pin up anni ‘50. Duetta con David Bowie in un disco tributo a Tom Waits, Anywhere I Lay My Head, ma soprattutto diviene la nuova Musa di Woody Allen, che l’ha scelta come protagonista in tre dei suoi recenti lavori, ricordiamo la bella performance di Match Point. Ha lavorato nel corso della sua carriera con Brian De Palma, i fratelli Coen, Robert Redford e Christopher Nolan.

Ma la scorsa settimana a far parlare di sé non è stata una performance classica, né il suo avvistamento su un set importante. L’attrice 27enne è stata “vittima” di uno strano attacco da parte di alcuni hacker che avrebbero sottratto dal suo smartphone alcuni scatti osé che la ritraggono nuda e ne mostrano il seno e il fondoschiena. La Johansson si è rivolta perciò all’FBI e nello stesso tempo il suo legale sta spedendo lettere di diffida ai maggiori siti web per non pubblicare le foto. Ma già parecchi siti satirici e profili facebook mostrano la bella attrice senza veli. Del resto la prima cosa da fare per gestire in modo efficace la privacy spetta agli utenti. Lo sanno tutti che uno smartphone è uno strumento affascinante e potente, ma molto vulnerabile. Chiunque può effettuare un back up della memoria se non sono attive le “protezioni di security”

Suggeriamo due soluzioni alla Johansson: evitare di scattarsi questo tipo di foto utilizzando uno smartphone, a meno che non voglia condividere col Web o tornare, un po’come Lassie, al Nokia 1112 Rh 93.

venerdì 16 settembre 2011

Maria Gadù: dai bar di San Paolo alle vette di Mtv


È stata una delle rivelazione dell’estate Maria Gadù, che grazie alla sua solare e frizzante voce ha conquistato una vasta platea. Fino a conquistare un posto privilegiato nella rotazione musicale di Mtv, da sempre un po’ restia nel proporre musica di lingua non anglofona. Eppure il ritmo e la melodia semplice e potente di  Shimbalaiê, grazie anche ad un video che funziona per la sua semplice limpidezza nel ritrarre un gruppo di giovani surfisti e questa poetica del mare, hanno creato una breccia nella statica programmazione estiva del canale tv. Anche youtube ha dato una certa popolarità a questa giovane cantautrice con quasi 3 milioni di visualizzazioni in poco più di due mesi.


Natura, dea del vivere La pura bellezza del nascere un fiore che brilla alla luce del sole il pescatore tra il mare e l'amo. Il pensiero libero così come il cielo
Immagina una barchetta di carta
Il segreto del successo di Maria Gadù sta nel giusto mix di suoni popolari, samba, funk e pop reso meno scontato da una voce particolare, graffiante e dolce al tempo stesso, grazie alla magia della lingua portoghese.
Maria Gadù, il suo vero nome è  Mayra Corrêa Aygadoux è una cantautrice brasiliana 24enne di San Paolo che ha pubblicato il primo disco omonimo nel 2009. Ma la sua consacrazione e il lancio internazionale è stato realizzato quest’ estate, grazie al singolo "Shimbalaie".


Maria Gadù è un evidente fenomeno di popolarità per la sua generazione ed è una persona con una autentica vocazione per la musica. La prima volta che l'ho vista sono rimasto abbagliato e quando ha iniziato a cantare è stata spettacolare.  Ha detto Caetano Veloso. E anche Gilberto Gil, con cui ha avuto il privilegio di suonare assieme si è espresso in maniera entusiastica sulla giovane cantautrice di San Paolo. 
E questa giovane cantante ha fatto davvero tanta strada da quando si esibiva per le strade facendo “cappello” come una qualunque. Ma dopo tutto la magia e forza del pop è proprio questa, un ragazzo coi suoi sogni e uno strumento a sfidare il mondo. E qualche volta questo sogno diviene realtà. Come nel caso di Maria Gadù.


Shimbalaiê, tutte le volte che va a riposarsi Essere capitano di questo mondo
Poter viaggiare senza confini Vivere un anno in un secondo Non pensare che i sogni siano stupidaggini Deliziarsi con un libro Che parli di vanità Quando mentire è necessario Poter dire la verità.